Mi sono imbattuto in questo report del 2012 che mostra alcune statistiche riguardo alle retribuzioni dei Software Engineer americani.
I dati presentati, aggregati sia per azienda che per area geografica, fanno capire in modo chiaro come negli Stati Uniti essere un ingegnere del software sia una attività economicamente soddisfacente a tutti i livelli di seniority, considerando che si tratta di stipendi medi.
Immagini prese dal sito indicato sopra |
Da un link presente sulla stessa pagina,
sono poi arrivato a vedere un prospetto che indica le medie degli stipendi degli informatici italiani.
I dati inseriti sono pochi e assolutamente non esaustivi, ma si riesce comunque ad avere una idea di quanto guadagni mediamente un informatico nel nostro paese.
Non c'è neanche bisogno di evidenziare l'enorme divario, solo parzialmente giustificabile dalla diversità di mercato e dall'elevata professionalità e specializzazione degli ingegneri informatici americani.
Purtroppo il nostro gap economico cambia di poco anche in Europa, rispetto a paesi come Inghilterra, Germania e Francia forse è addirittura superiore. Al riguardo non ho trovato dati strutturati a supporto ma conosco parecchie persone, italiani e non, che lavorano in società informatiche estere, che confermano che la situazione è per l'Italia altamente penalizzante anche in Europa.
Invito a leggere, alla fine del suddetto articolo, i commenti di alcuni nuovi assunti dalle aziende americane riguardo al grado di soddisfazione rispetto al posto in cui lavorano.
Non è solo l'aspetto economico ad essere apprezzato, ci sono anche le prospettive future, il contesto ambientale ed i benefits.
Non è solo l'aspetto economico ad essere apprezzato, ci sono anche le prospettive future, il contesto ambientale ed i benefits.
Cos'è che ci penalizza ?
Una professionalità e preparazione inferiore ?
La mancanza di talenti ?
Personalmente non credo sia così.
Noi "softwaristi" italiani qualitativamente non siamo da meno, lo dimostrano due fatti:
- quando emigriamo mettiamo in mostra grande preparazione e talento,
- non sempre i guru che arrivano qui dall'estero come super-specialisti strapagati sono effettivamente meglio dei nostri.
Anche il coraggio di provarci c'è, le piccole start-up tecnologiche italiane non sono poche, il problema è che durano poco, pochissimo.
Non vengono pagate, entrano in un mercato, quello del B2B italiano, dove si ordina e non si paga oppure si paga dopo anni.
E' crisi dell' imprenditoria, del mercato, non dei "cervelli tecnologici".
I giovani softwaristi che vanno all'estero, partono inizialmente "per fare un'esperienza" e poi non tornano più. Ma perchè dovrebbero ?
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