domenica 27 aprile 2014

Il Contenuto è RE

Negli ultimi tempi si è tornati a parlare molto di contenuti, in particolare riguardo la qualità degli stessi, aspetto indicato come fondamentale per la visibilità sul web e per il posizionamento sui motori di ricerca.

Sono andato a ritrovare su internet "Content is King", un vecchio articolo di Bill Gates che viene spesso citato.
A leggerlo oggi sembra addirittura un po' obsoleto, alcune sui visioni si sono poi verificate pienamente, altre un po' meno, altre sono state già superate da tempo, ma ritengo sia interessante soprattutto considerando l'autorevolezza di chi ha scritto l'articolo 18 anni fa.

Come ho già fatto per altri articoli storici e significativi per il mondo web/informatico, l'ho tradotto in modo da facilitarne la lettura in italiano, la condivisione e la discussione.
L'articolo originale non c'è più in nessuna pagina Microsoft, pertanto sono partito da un testo trovato in rete su un sito non ufficiale (http://www.craigbailey.net/content-is-king-by-bill-gates/).




Il Contenuto è RE

(libera traduzione dell'articolo "Content is King" di Bill Gates del 01/03/1996) 

Come mi aspettavo, verranno fatti molti soldi veri su Internet grazie ai contenuti, proprio come è successo in passato per le trasmissioni televisive.

La rivoluzione televisiva, che ha avuto inizio mezzo secolo fa, ha generato un certo numero di attività produttive, tra cui quella della industria dei televisori, ma a lungo termine quelli che hanno avuto i maggiori benefici sono stati coloro che hanno utilizzato il mezzo per fornire informazioni ed intrattenimento.

Nel caso di una rete interattiva come Internet, la definizione di "contenuto" diventa molto ampia.
Ad esempio, il software è un tipo di contenuto di estrema importanza, che per Microsoft rimarrà di gran lunga il più importante.
Ma le grandi opportunità per la maggior parte delle aziende riguardano la fornitura di informazioni o di intrattenimento.

Nessuna azienda è troppo piccola per partecipare.

Una delle cose stimolanti di Internet è che chiunque con un PC ed un modem può creare e pubblicare un qualsiasi contenuto. In un certo senso Internet è l'equivalente multimediale della fotocopiatrice, consente di duplicare a basso costo del materiale, non importa quanto sia esteso il pubblico.

Internet permette anche la distribuzione di informazioni in tutto il mondo con costi marginali per l'editore, praticamente pari allo zero. Le opportunità sono notevoli e molte aziende si stanno organizzando per creare contenuti per Internet.

Ad esempio, la rete televisiva NBC e Microsoft hanno deciso recentemente di entrare insieme nel business della notizie interattive. Le nostre aziende creeranno una propria rete di notizie via cavo, la MSNBC, ed un servizio interattivo di notizie su Internet. NBC manterrà il controllo editoriale sulla joint venture.

Mi aspetto che le società si faranno una intensa concorrenza e ci sarà abbondante possibilità di fallimento, così come già è successo per tutte le categorie dei contenuti più popolari, non solo per il software e le notizie, ma anche per i giochi, l'intrattenimento, i programmi sportivi, la pubblicità e per le comunità on-line dedicate agli interessi più comuni.

Le riviste su carta stampata hanno lettori che condividono interessi comuni.
E' facile immaginare che queste comunità saranno servite on-line con delle edizioni elettroniche.

Ma al fine di avere successo online, per una rivista non è sufficiente prendere semplicemente ciò che ha in stampa e spostarlo nel mondo elettronico. Nei contenuti per la carta stampata non c'è la necessaria profondità o interattività per essere incisivi sui media on-line .

Se le persone devono accendere un computer per leggere una pagina, devono essere ricompensate con informazioni dettagliate ed aggiornate che poi possono analizzare a piacimento.
Hanno bisogno di avere contenuti audio ed eventualmente video.
Hanno bisogno di avere l'opportunità di un coinvolgimento personale che va ben oltre quello che è possibile offrire nelle pagine "Lettere all'editore" presente nelle riviste stampate.

Una domanda che ci si fa di frequente è quanto spesso una stessa azienda che ha un proprio pubblico su carta stampata può avere successo fornendo gli stessi contenuti anche online.
Anche il futuro di alcune riviste cartacee è messo in discussione da Internet.

Ad esempio, Internet sta già rivoluzionando lo scambio delle informazioni scientifiche specialistiche.
Le riviste cartacee in ambito scientifico tendono ad avere piccole tirature, con il conseguente aumento dei prezzi. Le biblioteche universitarie sono una parte importante del mercato.
Si è consolidato un lento, goffo e costoso modo per distribuire informazioni ad un pubblico specializzato, ma non c'era alternativa.
Ora alcuni ricercatori stanno iniziando a utilizzare Internet per pubblicare i risultati scientifici. Questo aspetto sta mettendo a rischio il futuro di alcune importanti riviste stampate.

Con il passare del tempo, il volume delle informazioni presente su Internet diventerà enorme e la cosa sarà inarrestabile.
Anche se per il momento l'atmosfera di corsa all'oro è confinata principalmente negli Stati Uniti, mi aspetto che la cosa dilagherà presto nel resto del mondo, i costi di comunicazione scenderanno e una massa critica di contenuti localizzati diventerà disponibile in diversi paesi.

Per prosperare su Internet, i fornitori di contenuti devono essere pagati per il loro lavoro.
Le prospettive a lungo termine sono buone, ma nel breve termine mi aspetto parecchie delusioni per le aziende fornitrici di contenuti che lottano per fare soldi attraverso la pubblicità e gli abbonamenti.
La cosa non è ancora economicamente produttiva e non lo sarà per qualche tempo.

Almeno finora, la maggior parte del denaro e della fatica investiti nell'editoria interattiva è stato poco più di un lavoro d'amore o uno sforzo finalizzato solo alla promozione di prodotti venduti nel mondo non elettronico. Spesso questi sforzi si basano sulla convinzione che nel tempo qualcuno inizierà a capire come ottenere dei guadagni economici.

Nel lungo periodo, la pubblicità online promette molto bene.
Un vantaggio della pubblicità interattiva è che un messaggio iniziale necessita solo di attirare l'attenzione piuttosto che trasmettere l'informazione completa. Un utente può fare clic su un annuncio per ottenere ulteriori informazioni ed un inserzionista può misurare se le persone lo stanno facendo.

Ma oggi l'ammontare dei ricavi per le sottoscrizioni e la pubblicità realizzata su Internet è vicino allo zero, forse $20 o $30 milioni in totale. Gli inserzionisti sono sempre un po' riluttanti ad utilizzare un nuovo strumento ed Internet è certamente nuovo e diverso.

Una certa riluttanza da parte degli inserzionisti è giustificabile, in quanto molti utenti di Internet sono tutt'altro che entusiasti di vedere la pubblicità.
Una delle ragioni è che molti inserzionisti utilizzano immagini grandi che richiedono molto tempo per essere scaricate con una connessione telefonica dial-up. Anche una pubblicità su una rivista stampata occupa spazio, ma un lettore può girare la pagina rapidamente.

Quando le connessioni a Internet diventeranno più veloci, il fastidio per l'attesa del caricamento di una pubblicità diminuirà e successivamente scomparirà. Ma ciò accadrà tra qualche anno.

Alcuni aziende fornitrici di contenuti stanno sperimentando la proposta di abbonamenti, spesso con il richiamo di alcuni contenuti gratuiti. E' difficile però, perché non appena si richiede una sottoscrizione il numero di persone che visitano il sito scende drasticamente, riducendo per gli inserzionisti  il valore della pubblicità.

Un'altra delle principali ragioni per cui il pagamento dei contenuti non funziona molto bene, è che non è pratico per caricare piccole quantità di denaro. Il costo delle transazioni elettroniche rende fastidioso ed impraticabile il caricamento di cifre piuttosto basse.
Ma nel giro di qualche anno i meccanismi miglioreranno e sarà possibile pagare anche pochi centesimi per una informazione.
Se si decide di visitare una pagina che costa un centesimo, non bisognerà fare un assegno o ricevere il conto per posta, ma basterà cliccare su quello che vuoi, sapendo che ti verrà addebitato un centesimo su base aggregata.

Questa tecnologia abiliterà gli editori a far pagare piccole somme di denaro con la speranza di attirare un pubblico vasto.
Se questo accadrà, Internet subirà una spinta in avanti come mercato di idee, esperienze e prodotti, un mercato di contenuti.

Bill Gates (01/03/1996)


venerdì 18 aprile 2014

Quanto guadagnano gli ingegneri del software ?

Mi sono imbattuto in questo report del 2012 che mostra alcune statistiche riguardo alle retribuzioni dei Software Engineer americani.


I dati presentati, aggregati sia per azienda che per area geografica, fanno capire in modo chiaro come negli Stati Uniti essere un ingegnere del software sia una attività economicamente soddisfacente a tutti i livelli di seniority, considerando che si tratta di stipendi medi.

Immagini prese dal sito indicato sopra

Da un link presente sulla stessa pagina, 
sono poi arrivato a vedere un prospetto che indica le medie degli stipendi degli informatici italiani.  

I dati inseriti sono pochi e assolutamente non esaustivi, ma si riesce comunque ad avere una idea di quanto guadagni mediamente un informatico nel nostro paese. 



Non c'è neanche bisogno di evidenziare l'enorme divario, solo parzialmente giustificabile dalla diversità di mercato e dall'elevata professionalità e specializzazione degli ingegneri informatici americani.

Purtroppo il nostro gap economico cambia di poco anche in Europa, rispetto a paesi come Inghilterra, Germania e Francia forse è addirittura superiore. Al riguardo non ho trovato dati strutturati a supporto ma conosco parecchie persone, italiani e non, che lavorano in società informatiche estere, che confermano che la situazione è per l'Italia altamente penalizzante anche in Europa.

Invito a leggere, alla fine del suddetto articolo, i commenti di alcuni nuovi assunti dalle aziende americane riguardo al grado di soddisfazione rispetto al posto in cui lavorano.
Non è solo l'aspetto economico ad essere apprezzato, ci sono anche le prospettive future, il contesto ambientale ed i benefits.

Cos'è che ci penalizza ?  
Una professionalità e preparazione inferiore ?
La mancanza di talenti ?

Personalmente non credo sia così.
Noi "softwaristi" italiani qualitativamente non siamo da meno, lo dimostrano due fatti:
  • quando emigriamo mettiamo in mostra grande preparazione e talento, 
  • non sempre i guru che arrivano qui dall'estero come super-specialisti strapagati sono effettivamente meglio dei nostri.
Vedo anche un buon ricambio generazionale, conosco e lavoro con tanti ragazzi giovani con un grande talento, progettisti e programmatori software che spesso sopperiscono al gap formativo con proattività ed autoacculturamento sulla rete. Le community di sviluppo software Open Source più conosciute nel mondo, sono piene di italiani che portano il loro contributo.

Anche il coraggio di provarci c'è, le piccole start-up tecnologiche italiane non sono poche, il problema è che durano poco, pochissimo.
Non vengono pagate, entrano in un mercato, quello del B2B italiano, dove si ordina e non si paga oppure si paga dopo anni.

E' crisi dell' imprenditoria, del mercato, non dei "cervelli tecnologici".

I giovani softwaristi che vanno all'estero, partono inizialmente "per fare un'esperienza" e poi non tornano più. Ma perchè dovrebbero ?



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mercoledì 16 aprile 2014

Il software sta mangiando il mondo

Qualche tempo ho letto un articolo scritto nel 2011 da Marc Andreessen per il Wall Street Journal.
E' un articolo molto noto in cui non c'è nessun concetto sconvolgente (alcune informazioni tra l'altro non sono più attualissime), ma è avvincente nelle modalità e nella convinzione con cui racconta le cose e quindi l'ho voluto tradurre in italiano per facilitarne la lettura e la condivisione. 


Perché il software sta mangiando il mondo 

(libera traduzione da Why Software is Eating The Word del 20/08/2011) 

Questa settimana, Hewlett-Packard (sono membro del consiglio di amministrazione) ha annunciato che sta valutando la possibilità di abbandonare il difficile business dei PC a favore di investimenti più massicci sul Software, ambito di cui si intravede meglio il potenziale di crescita.
Contemporaneamente, Google sta acquistando il settore di Motorola Mobility che si occupa della produzione di terminali mobili e telefoni cellulari.
Entrambe le mosse hanno sorpreso il mondo tecnologico, ma entrambe sono anche in linea con una tendenza che ho osservato e che mi rende ottimista per la crescita futura dell'economia americana e mondiale nonostante la recente turbolenza nel mercato azionario.

In breve, il software sta mangiando il mondo.

Più di 10 anni dopo il picco del 1990 con la bolla delle dot.com, una dozzina di nuove società che operano su Internet, come Facebook e Twitter, sono al centro di un dibattito nella Silicon Valley, sia per le loro valutazioni in rapida ascesa sul mercato, sia per l'occasionale successo avuto dall'IPO (Initial Public Offering).
Con le cicatrici del periodo d'oro, come Webvan e Pets.com, ancora fresche nella mente degli investitori, la gente si chiede: " Non sarà questa un nuova pericolosa bolla ? "

Io, insieme ad altri, sono del parere contrario. (Sono co-fondatore e socio della società Andreessen Horowitz, che fra gli altri ha investito in Facebook, Groupon, Skype, Twitter, Zynga e Foursquare. Sono anche personalmente un investitore in LinkedIn.)
Riteniamo che molte tra le nuove importanti società di Internet stiano costruendo del valore reale ad alto tasso di crescita, con un alto margine di guadagno e con un business credibile.

In realtà l'attuale mercato azionario odia la tecnologia, come dimostrano da sempre i prezzi bassi ed i guadagni limitati delle azioni delle principali aziende tecnologiche.
Apple, per esempio, ha un rapporto P/E (Price/Earnings=Prezzo/Utili) di circa 15.2, circa lo stesso di tutto il mercato azionario, nonostante l'immensa redditività e la posizione dominante sul mercato (Apple nelle ultime due settimane è diventata la più grande azienda in America, in base alla capitalizzazione di mercato, superando Exxon Mobil).

Forse, il fatto più eloquente è che non si può avere una bolla quando le persone urlano costantemente "Bolla!".

Gran parte del dibattito ruota ancora attorno alla valutazione finanziaria, in contrasto con il valore intrinseco delle migliori nuove imprese della Silicon Valley.
La mia teoria personale è che siamo nel bel mezzo di un ampio e drammatico cambiamento tecnologico ed economico, in cui le aziende di software sono pronte a prendere in consegna ampie fasce dell'economia.

Un numero sempre maggiore di grandi aziende ed industrie stanno correndo alla implementazione di servizi software offerti online (dai film, all'agricoltura, alla difesa nazionale).
Le aziende vincenti sono in stile Silicon Valley, imprese tecnologiche che stanno invadendo e ribaltando settori industriali consolidati.
Nel corso dei prossimi 10 anni mi aspetto un aumento delle industrie tradizionali che saranno distrutte dal "software", superate nella maggior parte dei casi dalle nuove aziende della Silicon Valley.

Perché sta succedendo adesso ?

A sei decenni nella rivoluzione informatica, quattro decenni dopo l'invenzione del microprocessore e venti anni dopo l'ascesa della moderna Internet, tutta la tecnologia necessaria per trasformare le industrie attraverso il software finalmente funziona e può essere completamente distribuita su scala globale.

Oltre due miliardi di persone oggi usano Internet a banda larga, erano forse 50 milioni dieci anni fa, quando ero a Netscape, la società che ho co-fondato.
Nei prossimi 10 anni, mi aspetto che almeno cinque miliardi di persone in tutto il mondo utilizzino Internet con il proprio smartphone al massimo della potenza, ogni giorno in qualsiasi momento.

Nel back-end, strumenti di programmazione evoluti e servizi basati su Internet facilitano il lancio a livello globale di nuovi potenti software, in molti settori ci sono start-up a livello mondiale che non hanno avuto le necessità di investire in nuove infrastrutture e formare nuovi dipendenti.
Nel 2000, quando il mio socio Ben Horowitz era amministratore delegato di Loudcloud, prima società di cloud computing, il costo per un cliente che voleva eseguire un'applicazione su Internet era di circa 150 mila dollari al mese. Far girare la stessa applicazione oggi nel cloud di Amazon costa circa 1.500 dollari al mese.

Con minori costi di start-up ed un mercato notevolmente esteso per i servizi online, il risultato è una economia globale per la prima volta completamente digitale; il sogno di ogni cyber-visionario dei primi anni 1990 finalmente si realizza una generazione dopo.

Forse l'esempio più drammatico del fatto che il software si sta mangiando il business tradizionale è il suicidio di Borders con la contemporanea ascesa di Amazon. Nel 2001, Borders ha affidato il proprio business online ad Amazon, credendo alla teoria che la vendita di libri online non fosse strategica e quindi fosse poco importante.

Oops.

Oggi, la più grande libreria del mondo, Amazon, è una software-company. La sua caratteristica principale è il suo incredibile motore software in grado praticamente di vendere tutto online, senza più la necessità di avere negozi al dettaglio.
Inoltre, mentre Borders si dibatteva in preda al fallimento imminente, Amazon ha riorganizzato il suo sito web per promuovere, per la prima volta più dei libri fisici, i suoi libri digitali Kindle, .

Ora anche i libri stessi sono software.

Oggi il più grande servizio di video per numero di abbonati è una società di software: Netflix.
Come Netflix ha sventrato Blockbuster è una vecchia storia, ma ora anche altri provider dell' intrattenimento tradizionale si trovano ad affrontare la stessa minaccia.
Aziende come Comcast, Time Warner ed altre stanno rispondendo trasformando loro stesse in società di software con risultati come TV Everywhere, che libera i contenuti dal cavo fisico e abilita il collegamento con smartphone e tablet .

Le case discografiche dominanti di oggi sono aziende di software: iTunes di Apple , Spotify e Pandora.
Le etichette discografiche tradizionali continuano ad esistere solo per fornire i contenuti alle suddette società di software. Nel 2010 il fatturato proveniente dai canali digitali è stato di 4,6 miliardi dollari, pari al 29% del totale globale, in enorme crescita rispetto al 2% del 2004.

Le aziende di entertainment in più rapida crescita sono le VideoGame Makers (produttori di videogiochi), quindi sempre software, con il fatturato salito a 60 miliardi dollari dai 30 miliardi di cinque anni fa.
L'azienda di videogame che cresce più velocemente è Zynga (produttrice tra gli altri di FarmVille), che offre i suoi giochi interamente online. Quest'anno i ricavi del primo trimestre di Zynga sono cresciuti a 235 milioni di dollari, più del doppio rispetto all'anno scorso.
Rovio, azienda che produce Angry Birds, prevede quest'anno di superare i 100 milioni di dollari di entrate  (la società a fine 2009 era quasi in bancarotta quando ha rilasciato il popolare gioco su iPhone) .
Nel frattempo, potenze sui videogiochi tradizionali come Electronic Arts e Nintendo hanno visto ristagnare e precipitare i propri ricavi.

Per molti decenni la migliore azienda nella produzione di film è stata la Pixar, una società di software.
La Disney (Disney !) è stata costretta a comprare la Pixar per rimanere all'avanguardia nei film di animazione .
Il mondo della fotografia, ovviamente, è stato mangiato dal software molto tempo fa.
E' praticamente impossibile acquistare un telefono cellulare che non includa una fotocamera software le cui foto possono essere caricate automaticamente su Internet per l'archiviazione e la condivisione.
Aziende come Shutterfly, Snapfish e Flickr hanno conquistato posizioni importanti al posto di Kodak.

La più grande piattaforma di direct marketing è attualmente una società di software: Google.
Ora è stata raggiunta da Groupon, Living Social, Foursquare ed altri, che utilizzano software per mangiarsi il settore retail marketing. Groupon ha generato un fatturato di oltre 700 milioni di dollari nel 2010, nonostante fosse in attività da soli due anni .

L'azienda di telecomunicazioni in più rapida crescita è Skype, una società di software che è stata appena acquistata da Microsoft per 8,5 miliardi dollari .

CenturyLink, la terza più grande società di telecomunicazioni negli Stati Uniti, con 20 miliardi di dollari di capitalizzazione sul mercato, ha registrato 15 milioni di linee di accesso alla fine di giugno,  in diminuzione del 7% rispetto al tasso annuo. Escludendo i proventi per la sua acquisizione da parte di Qwest, le entrate di CenturyLink da questi servizi legacy è diminuito di oltre l'11 % .

Nel frattempo, le due società di telecomunicazioni più grandi, AT&T e Verizon, sono sopravvissute trasformandosi in società di software, in collaborazione con Apple e con altri produttori di smartphone.

LinkedIn è oggi la società di reclutamento in più rapida ascesa. Per la prima volta in assoluto gli iscritti possono mantenere online i propri curriculum per favorire le ricerche in tempo reale dei reclutatori e dando a
LinkedIn la possibilità di inghiottirsi il lucroso mercato del recruitment da 400 miliardi dollari.

Il software sta mangiando anche buona parte della catena del valore di industrie che sono tipicamente protagoniste e conosciute nel mondo fisico .
Nel mondo dell'automobile oggi il software gestisce i motori, controlla la sicurezza, intrattiene i passeggeri, guida i conducenti a destinazione e collega ogni macchina alle reti cellulari, satellitari e GPS.

Sono ormai lontani i tempi in cui un appassionato era in grado di ripararsi autonomamente la propria macchina, considerando principalmente l'alto contenuto di software presente oggi sui veicoli.
La tendenza verso veicoli ibridi ed elettrici in futuro potrà solo accelerare l'adozione di software, le macchine elettriche sono completamente controllate dal computer.  La creazione di auto senza conducente software-powered è già in corso presso Google e le maggiori case automobilistiche.

Wal-Mart, il principale retailer del mondo reale, utilizza software per potenziare la logistica e la distribuzione, le armi principali che ha usato per schiacciare la sua concorrenza.
Analogamente FedEx, è ben pensata come una rete software che "casualmente" ha anche camion, aerei e centri di distribuzione.
Il successo o il fallimento delle compagnie aeree, oggi ed in futuro, risiede nella loro capacità di gestire il prezzo dei biglietti ed ottimizzare le rotte correttamente, con il software.

Le compagnie petrolifere e del gas sono state le prime innovatrici nell'introdurre il supercomputing e l'analisi dei dati rilevati, aspetti fondamentali per le attività di esplorazione di petrolio e gas.
Anche l'agricoltura è sempre più aiutata dal software, pensiamo all'analisi satellitare del suolo legata ad algoritmi per la selezione delle sementi.

I servizi finanziari sono stati visibilmente trasformati dal software negli ultimi 30 anni.
Praticamente ogni transazione finanziaria, partendo dall'acquisto di una tazza di caffè per arrivare a qualche negoziazione per un trilione di dollari di crediti derivati, è tracciata tramite software.
Molte delle principali realtà innovatrici nel settore sono aziende di software, ad esempio Square, che permette a chiunque di accettare pagamenti con carta di credito mediante un telefono cellulare, e PayPal, che ha generato più di 1 miliardo di dollari di fatturato nel secondo trimestre di quest'anno, in crescita 31 % rispetto all'anno precedente.

Settori come l'assistenza sanitaria e l'istruzione, a mio avviso, saranno i prossimi ad essere trasformati dal software. La mia società sta portando avanti start-up aggressivi in entrambi questi settori giganteschi e critici. Crediamo che entrambe queste industrie, che storicamente sono molto resistenti ai cambiamenti imprenditoriali, siano pronte per la conversione verso imprese software-centriche.

Anche la difesa nazionale è sempre più basata sul software. Il moderno soldato da combattimento è inserito in una rete di software che fornisce intelligence, comunicazioni, logistica e puntamento delle armi. Droni gestiti dal software lanciano attacchi aerei senza mettere a rischio i piloti umani. Le agenzie di intelligence fanno largo uso di data mining software per scoprire e tracciare potenziali trame terroristiche.

Tutte le aziende di qualsiasi settore devono considerare che è in atto una rivoluzione software, incluse quelle che già oggi basano il loro business sul software.
Grandi e storiche società di software come Oracle e Microsoft rischiano sempre più di perdere rilevanza rispetto a nuove realtà come Salesforce.com e Android  (soprattutto in un contesto che vede Google proprietaria di una azienda che produce terminali) .

In alcuni settori, in particolare quelli che hanno una componente importante del mondo reale come il petrolio e il gas, la rivoluzione software è soprattutto un'opportunità per gli operatori consolidati, ma in altri contesti le nuove idee comporteranno l'ascesa di nuove start-up in stile Silicon Valley che invaderanno impunemente i settori industriali esistenti.
Nel corso dei prossimi 10 anni, le battaglie tra operatori storici e gli insorti software-powered saranno epiche. Joseph Schumpeter, l'economista che ha coniato il termine " distruzione creativa", ne sarebbe fiero.

E mentre la gente controlla i valori delle loro 401(k)s che rimbalzano su e giù nelle ultime settimane, non si può dubitare che questa sia una storia profondamente positiva in particolare per l'economia americana.
Non è un caso che molte delle più grandi e recenti aziende di tecnologia, tra cui Google, Amazon, eBay e altre, siano aziende americane.
La nostra combinazione di grandi università di ricerca, di cultura aziendale pro-rischio, di grandi bacini di innovazione supportati da capitale azionario, diritto commerciale e leggi contrattuali affidabili, è senza precedenti e senza pari al mondo.

Tuttavia, ci troviamo di fronte a diverse sfide.

Prima di tutto, oggi ogni nuova azienda viene costruita considerando le enormi turbolenze economiche, pertanto la sfida è molto più grande di quanto non fosse nei relativamente benigni anni '90.
La cosa positiva nel costruire società in periodi come questo è che le aziende che poi riusciranno ad emergere risulteranno poi estremamente forti e resistenti. Successivamente, quando l'economia si sarà stabilizzata, la nuova società crescerà ancora più velocemente.

In secondo luogo, molte persone negli Stati Uniti e in tutto il mondo non hanno la formazione e le competenze necessarie per dare il proprio contributo all'interno delle nuove aziende figlie della rivoluzione software. Questa è una tragedia dato che ogni società con cui lavoro ha assoluto bisogno di talento.
Ingegneri informatici qualificati, manager, esperti di marketing e venditori della Silicon Valley sono molto ben pagati, gli vengono offerti sempre lavori di altissimo livello, mentre la disoccupazione e la sottoccupazione nazionale sono alle stelle.
Il problema è anche peggiore di quello che sembra, in quanto molti lavoratori delle industrie esistenti resteranno bloccati sul lato sbagliato del cambiamento software-based e non potranno mai più essere in grado di continuare ad operare nel loro attuale campo di specializzazione.
Rispetto a questo problema non c'è altra soluzione se non la formazione, abbiamo una lunga strada da percorrere.

Infine, le nuove imprese devono dimostrare il loro valore.
Hanno bisogno di costruire culture forti, soddisfare i propri clienti, stabilizzare i propri vantaggi competitivi e quindi giustificare le loro valutazioni in aumento. Nessuno deve aspettarsi che sia facile la costruzione di una nuova azienda software-based in un settore consolidato. E ' brutalmente difficile.

Ho il privilegio di lavorare con alcune tra le migliori compagnie di software della nuova generazione e posso dirvi che sono davvero bravi in ​​quello che fanno.
Se manterranno le mie aspettative e quelle di altri, saranno delle aziende cardine e di grande valore per l'economia globale, mangeranno mercati molto più ampi rispetto a quelli del settore tecnologico in cui storicamente operano.

Invece di discutere sempre delle loro valutazioni, cerchiamo di capire in quale modo le aziende tecnologiche di nuova generazione stanno facendo quello che fanno, quali sono le conseguenze per le imprese, per l'economia e cosa possiamo fare per incrementare il numero delle software-company innovative negli Stati Uniti ed in tutto il mondo.

Questa è la grande opportunità. So dove sto mettendo i miei soldi.

-Mr. Andreessen è co-fondatore e socio della company di venture capital Andreessen Horowitz. E' stato inoltre co-fondatore di Netscape, una delle prime aziende produttrici di browser.


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domenica 6 aprile 2014

Molti scrivono e pochi leggono

Molti scrivono (o ri-condividono) ed in proporzione pochi leggono, questo é un dato di fatto. 
Ma che percentuale di cose scritte sui blog e poi proposte sui social é effettivamente interessante, autoconsistente e non scopiazzata ? Vale la pena leggere ed approfondire i post nei social ? 


Qualsiasi lettura o corso di Blogging, Content management, Copywriter, SMM e SEO insegna che bisogna aprire un blog, fare l'autorship, personal branding, movimentare contenuti, scrivere sempre e pensare alle SERP,  ecc, ecc. 

Ma perché?  Se non si ha nulla da dire, perché ?  

La gente si iscrive a G+ e Twitter non per vivere il social ma per usare il web come esercizio tecnico.
Soprattutto G+ e Twitter sono diventati palestre. 
Proliferano blog e post inconsistenti, contenuti rimpacchettati e riproposti 1000 volte sotto diverse forme, magari con infografiche illeggibili. 

Le best practices recitano: iniziate a bloggare e googolare+, poi controllate GAnalytics, i followers e da pochi giorni anche le views del profilo/pagina con cui ricondividete i post sui social.

Così ogni giorno potenziali content, media e community manager cominciano a ripetere sempre le stesse cose, quasi sempre non avendo niente da dire parlano dell'argomento del corso che hanno seguito. 
Condividendo articoli di blog al cui interno spesso ci sono solo poche parole e links verso altri siti, sperano di diventare blogger, opinion leader e poter lavorare in questo modo. 

Nessuno gli ha detto che invece i pochi che ci sono riusciti hanno qualcosa da dire per forma e contenuto e sono partiti a farlo in modo quasi inconsapevole, solo successivamente si sono preoccupati anche di sfruttare direttive e meccanismi SEO/SMM. 

Bisogna parlare di argomenti di cui si é competenti, altrimenti lasciamo perdere. Non ce l'ha ordinato il dottore! 

Il cambiamento deve partire proprio dai professionisti già affermati del settore, dagli opinion leader stessi che devono insegnare a tutti a scrivere nei modi e nei tempi giusti invece di dire che bisogna farlo tutti i giorni. 

Pena? Il disinteresse progressivo nel social e questo gran casino che vediamo scrollando stream e community.

Concludendo, due domande:
  1. Se Google cambiasse di nuovo l'algoritmo di search&ranking non dando più rilevanza ai post di G+, quanti blogger rimarrebbero frequentatori attivi ? 
  2. Questo post finirà nel calderone come gli altri? :-)