La legge di conversione N. 98/2013 del decreto "Fare" N. 69/2013, pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 63 alla G.U. n. 194 del 20/08/2013, definisce la normativa italiana che regola la fornitura di accesso ad Internet pubblico tramite wifi da parte degli esercizi commerciali e dei circoli privati.
L'articolo 10 è quello che sintetizza un po' tutta la regolamentazione:
Art. 10 (Liberalizzazione dell'accesso alla rete internet tramite tecnologia WIFI e dell'allacciamento dei terminali di comunicazione alle interfacce della rete pubblica)
L'offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite tecnologia WIFI non richiede l'identificazione personale degli utilizzatori. Quando l'offerta di accesso non costituisce l'attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l'articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, e successive modificazioni, e l'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni.
In altre parole, il legislatore ha abrogato i vecchi vincoli consentendo agli esercizi commerciali, che non lo fanno come attività principale, di fornire al pubblico l'accesso ad Internet
- senza bisogno di una licenza particolare,
- senza il dovere di richiedere l'identificazione agli utilizzatori del servizio.
Purtroppo, nella realtà questa normativa non ha sortito alcune effetto, le reti WiFi nei locali pubblici del nostro paese sono sempre più chiuse.
Qualche esercente ci ha provato, per poi nella maggior parte dei casi tornare sui propri passi e rimettere la rete sotto autenticazione o addirittura toglierla dall'utilizzo dei clienti.
Negli Stati Uniti, ma anche in Francia, Brasile, Argentina, Germania, Olanda e tanti altri paesi anche esercizi commerciali "insospettabili" offrono questo servizio ai propri clienti.
Non solo circoli, ristoranti, caffè, bar e pub come ci si aspetterebbe, ma anche negozi di abbigliamento, scarpe, sport, palestre, supermercati, centri commerciali hanno la propria rete Guest aperta per la connessione libera ad Internet.
Qui da noi no, quando si cerca una WiFi con lo smartphone di solito si visualizza la lista delle reti, tra l'altro molto corta, dove in corrispondenza di ciascuna di esse compare sempre il relativo lucchettino.
Come mai accade questo ? Perché in gran parte del mondo è consuetudine che i negozi offrano questo servizio ai propri clienti mentre in Italia è una rarità ?
I fattori che incidono sono tanti tra i quali il fatto che in Italia il traffico dati su rete 3G/4G è molto più diffuso che in altri paesi, quindi la necessità degli utenti di avere una connessione WiFi è minore.
Tuttavia alla base della poca apertura da parte degli esercenti c'è la paura di essere fregati, di avere poco controllo su quello che succede.
C'è il sospetto che qualcuno usi indebitamente la rete per scopi illeciti con l'implicazione che ciò possa innescare dei controlli da parte delle forze dell'ordine con conseguente richiesta dei log relativi alle connessioni.
Il sospetto che qualcuno approfitti del servizio per scaricare da siti pirata, per effettuare download pesanti rallentando il servizio agli altri.
Il sospetto che si crei una clientela finta, più interessata al collegamento ad Internet che ai servizi/prodotti dell'attività commerciale.
Più che una paura però è una certezza, da noi abbondano i furbetti: gente che naviga su Internet appoggiata fuori alle vetrine dei negozi che offrono WiFi Free per non sprecare proprio il bundle dati, persone che rimangono sedute in macchina parcheggiate nelle vicinanze con il PC per scaricare gli aggiornamenti di sistema o che, quando va bene, si prendono un caffè ed occupano un tavolo per ore.
Tuttavia alla base della poca apertura da parte degli esercenti c'è la paura di essere fregati, di avere poco controllo su quello che succede.
C'è il sospetto che qualcuno usi indebitamente la rete per scopi illeciti con l'implicazione che ciò possa innescare dei controlli da parte delle forze dell'ordine con conseguente richiesta dei log relativi alle connessioni.
Il sospetto che qualcuno approfitti del servizio per scaricare da siti pirata, per effettuare download pesanti rallentando il servizio agli altri.
Il sospetto che si crei una clientela finta, più interessata al collegamento ad Internet che ai servizi/prodotti dell'attività commerciale.
Più che una paura però è una certezza, da noi abbondano i furbetti: gente che naviga su Internet appoggiata fuori alle vetrine dei negozi che offrono WiFi Free per non sprecare proprio il bundle dati, persone che rimangono sedute in macchina parcheggiate nelle vicinanze con il PC per scaricare gli aggiornamenti di sistema o che, quando va bene, si prendono un caffè ed occupano un tavolo per ore.
Per questi motivi la normativa non è sufficiente a sbloccare la situazione, ma dovrà essere molto più incisiva.
Offrire un servizio WiFi deve diventare per legge molto conveniente, in modo che la maggioranza degli esercizi commerciali lo facciano.
La possibilità di connettersi si deve diffondere e diventare una consuetudine, mitigando di fatto le problematiche descritte sopra.
Parallelamente è necessaria un'altra normativa che inviti i provider a fornire agli esercenti degli strumenti più semplici per poter configurare e controllare l'utilizzo della propria WiFi.
Offrire un servizio WiFi deve diventare per legge molto conveniente, in modo che la maggioranza degli esercizi commerciali lo facciano.
La possibilità di connettersi si deve diffondere e diventare una consuetudine, mitigando di fatto le problematiche descritte sopra.
Parallelamente è necessaria un'altra normativa che inviti i provider a fornire agli esercenti degli strumenti più semplici per poter configurare e controllare l'utilizzo della propria WiFi.