sabato 11 aprile 2015

Una giornata senza Smartphone

La mano che con un riflesso quasi compulsivo va a cercare nella tasca. L'impossibilità di poter fotografare per condividere su Facebook o Whatsapp. La mancanza di Shazam, con il rimpianto di non poter conoscere il titolo di una canzone ascoltata per caso al bar. Il dubbio fino all'ultimo minuto di essere andato ad un appuntamento a vuoto per non averne potuto leggere la conferma. Il timore di aver sbagliato luogo senza poterlo controllare con Google Maps. L'insicurezza data dal non poter verificare gli orari della palestra anche se ricordavo benissimo che il sabato fosse aperta 9-18. L'ansietta di non poter conoscere subito il risultato di una partita.

Soprattutto il cambio improvviso di prospettiva: il mondo tornato ad essere quello che circonda e non quello virtuale contenuto nel dispositivo digitale.
Una leggera sensazione di vuoto ma anche di un dejà vu continuo nel rivivere una situazione già provata tanto tempo fa, quella di essere scollegati dalla rete, di essere soli con il mondo attorno.

Tutto ciò perché ieri sera ho dimenticato lo smartphone in un pub ed ha dovuto aspettare le 18 di oggi per poterlo recuperare.

È l'approccio che cambia totalmente, l'abitudine di vivere il reale pensando al virtuale ha in questi anni preso il sopravvento. È difficile valutare quanto sia così, fino a quando non si ritorna offline per cause non volute.

L'opportunità è stata quella di rifare parte dell'ambiente circostante, di tornare a percepire luoghi, persone e cose per quello che sono e non in relazione al mondo social.

Contrariamente a quanto avevo letto sulla nomofobia e sulla dipendenza da internet, il recupero delle percezioni vere è stato facile, naturale. Il disagio è durato solo qualche ora.
Nessun senso di solitudine o di smarrimento, anzi una bella impressione di libertà semi-dimenticata e quasi di avventura anche nel fare cose normalissime in un sabato di primavera.

Chissà se sarà così anche per i nativi digitali, forse per molti di loro sarà più difficile.

Comunque poi lo smartphone l'ho ripreso e famelicamente sono subito andato sui social a vedere cosa era successo: niente di importante.




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